È riconosciuto come l’elemento indispensabile per comprendere l’andamento di un’azienda, lo strumento di valutazione fondamentale per monitorare il raggiungimento degli obiettivi, per attuare eventuali correzioni e migliorare anche la gestione delle risorse.

L’attività che più di tutte dà alle aziende la possibilità di pianificare e progettare e che per forza di cose con la pandemia da Covid-19 deve essere rivista in luce delle nuove modalità di lavoro, della crisi che stiamo vivendo e della gestione dell’intera attività finanziaria.

Qual è lo stato dell’arte del controllo di gestione in questi mesi così difficili come quelli che stiamo vivendo?

Come è noto a gestire l’attività patrimoniale è il “Chief Financial Officer” (CFO), manager responsabile di tutta la gestione finanziaria dell’impresa, una figura sempre più indispensabile all’interno del contesto aziendale, che deve avere necessariamente delle conoscenze approfondite, trasversali ma specialistiche di amministrazione, controllo e finanza.

Una figura e un ruolo preposti al controllo appunto, e responsabili di garantire una corretta gestione dell’azienda.

Ma cosa succede se la situazione esterna diventa pressoché impossibile da controllare?

Quella che stiamo vivendo da ormai quasi un anno è di certo la più grande sfida che solo chi è in grado di rinnovarsi e reinventarsi può vincere.

La situazione creata dalla pandemia su tutto il territorio mondiale ha comportato e sta comportando conseguenze fino a poco tempo fa davvero inimmaginabili. I riflessi negativi a livello macroeconomico non possono infatti che riflettersi anche sull’economia delle singole imprese.

Questo si traduce in primo luogo in carenza di liquidità, soprattutto per le aziende di medie e piccole dimensioni.

I modelli di analisi e valutazione di riferimento per gli esperti del settore oggi possono risultare superati e non utili a formulare le ipotesi e le previsioni che servono affinché un’azienda rimanga sana e competitiva.

L’estrema incertezza con cui i direttori finanziari sono costretti a fare i conti può essere deleteria, a meno che essi non siano in grado di trovare sempre nuove soluzioni basate soprattutto su un concetto, quello della flessibilità.

I modelli di risk management esistenti fino a poco tempo fa si sono dimostrati inadeguati nella situazione odierna. La valutazione dei rischi diventa tuttavia il primo elemento da considerare allo stato attuale in qualsiasi analisi da effettuare.

Attuare un cambiamento

Valutare la possibile variabilità degli scenari che possono presentarsi è al momento la strada maestra da seguire. È l’impresa che oggi infatti deve essere il più possibile pronta e predisposta al cambiamento, alla diversificazione, per essere in grado di affrontare l’incertezza e i tanti cambiamenti dovuti alla crisi e all’incertezza non solo sopravvivendo, ma anche cercando di sviluppare un vantaggio competitivo.

Un obiettivo tutt’altro che banale, che può essere raggiunto anche e soprattutto grazie all’ausilio di strumenti tecnologici e sistemi digitali di ultima generazione.

Il CFO diventa in tal senso un elemento cardine per il cambiamento che può impostare un metodo nuovo basato sulla flessibilità e sull’esigenza di trasformare un rischio in un elemento di trasformazione e innovazione. Sulla capacità di adattarsi a qualsiasi condizione esterna.

Tra le poche certezze di questo momento c’è un concetto da tenere in considerazione: non si può aspettare che sia il mare a calmarsi, è necessario essere in grado di “cavalcare” questa tempesta. Con i dovuti aiuti e sostegni e una buona dose di lungimiranza.

Attuare il cambiamento

Una spinta per cambiare delle modalità di analisi che anche prima dell’emergenza sanitaria iniziavano ad essere troppo antiquate o farraginose per mantenere e consolidare la capacità competitiva con nuove visioni, nuovi metodi e nuovi strumenti in grado di sostenere le aziende in questo delicatissimo passaggio storico dovuto alla pandemia in corso.

Un CFO che si faccia carico in modo fattivo della pianificazione e del controllo di gestione, che riesca a ponderare in maniera ottimale gli investimenti e i momenti opportuni per correggere la rotta della società, rappresenta e rappresenterà sempre il migliore investimento e un elemento insostituibile.