Le piccole e medie imprese non sono tenute alla rendicontazione di sostenibilità (ESG) dalla attuale normativa cogente, ma possono essere spinte in questa direzione per vari motivi di mercato e di opportunità oltre che sociali. Vediamoli in dettaglio:

  • Posizionamento di prodotto. La produzione di prodotti o servizi con un alto/medio impatto ambientale rende opportuno prendere una posizione “avanzata”  nel capo ambientale e sociale. Un intervento che, prescindendo dall’impatto ambientale, può essere anche irrinunciabile, se, per esempio, si è in presenza di un prodotto con un alto grado di innovatività. Al di là degli aspetti tecnologici e del livello di impatto ambientale, il prodotto che “trasmette” ai propri clienti valori e impegno è posizionabile in una fascia di prezzo più elevata rispetto ad altri.
  • Responsabilità. Tutti i clienti chiedono ai prodotti e alle imprese di “assumere responsabilità” per quello che esse fanno e vendono loro. Anche per una PMI avere un approccio di maggiore attenzione ad ambiente, sociale e governance serve a sostenere i messaggi di affidabilità e responsabilità verso il futuro del pianeta e, quindi, verso il singolo cliente per singolo prodotto. Assolutamente necessario però controllare l’intero processo con grande attenzione.
  • Target/buyer persona di riferimento. Se si producono prodotti o servizi espressamente destinati ad un consumatore di livello culturale superiore alla media e, quindi, particolarmente attento ai temi dell’ambiente e del sociale, la progettazione della propria sostenibilità è una scelta che avvantaggerà le PMI che partono prima delle altre in questo campo.
  • Supply chain. Le PMI non sono tenute al bilancio di sostenibilità come si è detto, ma le grandi imprese lo sono già e sempre più lo saranno. I loro progetti prevedono sempre più spesso di selezionare i propri fornitori sulla base del loro impegno in questo campo e sulla capacità di questi ultimi (PMI comprese) di rendere coerente l’approccio della grande azienda al tema dell’ESG e al riparo da crisi reputazionali dovute a fornitori completamente fuori registro rispetto all’impegno assunto.
  • Rapporto con istituti bancari e accesso al credito. Come è ormai noto sono in atto tendenze marcate presso gli istituti bancari volte ad erogare crediti a tassi più favorevoli per le imprese con certificazione in campo ESG.
  • Investitori. I fondi, e gli investitori in genere, decidono i propri interventi anche in base alla dimostrazione di impegno, di responsabilità e di cultura manageriale (vedi punto successivo) dimostrata dalle imprese su cui stanno valutando di investire. L’impegno nel campo della sostenibilità viene giustamente valutato come un indice di resilienza e della cultura manageriale di cui al punto successivo.
  • Cultura Manageriale. Il campo della rendicontazione di sostenibilità è un campo complesso e l’imprenditore e il management che decidono di impegnarsi in questo campo dimostrano (a sè stessi, agli stakeholders, agli investitori, ai collaboratori) capacità di essere al passo con il mercato e attenti osservatori delle tendenze in atto oltre che dimostrare la già citata responsabilità.
  • Motivazione del personale. Un impegno in campo ESG va inevitabilmente a coinvolgere tutte le risorse umane, inclusione e wellbeing che non possono mancare in un piano di sostenibilità aumentano la motivazione e, di conseguenza, la produttività. Inoltre gli interventi in questo campo richiamano l’attenzione delle nuove generazione e quindi portano all’attrazione di migliori talenti.

Questo breve e succinto elenco dovrebbe essere in grado di far capire alle PMI quanto possa essere importante come fattore strategico attuare, in modo volontario, un piano di sostenibilità affrontandolo in modo progressivo e scegliendo gli aspetti più necessari, valutandone i costi e maturando la dovuta esperienza nell’elaborazione, applicazione e comunicazione ai propri stakeholders.

Per questo motivo è importante questo documento che definisce la bozza degli ESRS e cioè dei principi di rendicontazione per le PMI. La sua utilità per far comprendere e  far riflettere imprenditori e manager di PMI sul tipo di impegno complessivo è già un grande passo avanti.

Lo Studio Lega&Partners è a disposizione degli interessati per un approfondimento, senza alcun impegno, volto a mettere a fuoco l’attuale quadro dell’imprese e valutare le varie opzioni di sviluppo futuro dell’imprese che includano i temi di Ambiente, Sociale e Governance.

Il documento dell’EFRAG è scaricabile a questo link.