A partire dallo scorso 17 dicembre, è entrata in vigore in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea la nuova normativa sul whistleblowing che impone a tutte le aziende con oltre 50 dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, di adottare un sistema di segnalazione interna per gli illeciti.

Prima di tratteggiare le implicazioni di questa innovazione, è utile definire ancora una volta il whistleblowing e il motivo per cui assume rilevanza per le aziende.

In termini estremamente semplici, il whistleblowing si verifica quando, una persona, che può essere o essere stato un dipendente a qualsiasi livello attuale o passato, un azionista, un volontario o un tirocinante, decida di segnalare alle autorità un comportamento scorretto commesso da un’azienda con cui è o è stato associato.

Perché tale caso ricorra resta necessario che la questio non riguardi un solo individuo, ma abbia riflessi più generali e ricada sull’intera comunità.

A tal fine l’ordinamento richiede, come si è detto dallo scorso 17 dicembre, di approntare canali, metodologie e garanzie in grado di permettere questa “denuncia” che ha come principale finalità quella di contrastare la corruzione.

Ora saranno numerose (la quasi totalità) le imprese che avranno approntato ex novo tali apparati e previsioni in materia di whistleblowing.

Diviene però necessario riconettere questo tema con il “sistema” in cui viene ad inquadrarsi. In primo luogo con il tema dell’etica aziendale che ci riporta, a sua volta verso responsabilità, trasparenza e, la mai assente ormai, sostenibilità.

Ecco come si collegano questi concetti:

1. Governance. Definizione e Strumentazione: il whistleblowing, quando implementato come strumento formale di segnalazione interna, diventa parte integrante delle pratiche di governance aziendale. La governance sottolinea la necessità di processi decisionali trasparenti, e l’adozione del whistleblowing contribuisce a rafforzare l’integrità e la conformità etica nell’ambito delle decisioni aziendali.

2.Ruolo del Consiglio di Amministrazione: la governance, guidata dal consiglio di amministrazione, dovrebbe promuovere la responsabilità aziendale e il controllo etico. Il whistleblowing fornisce un canale diretto per i dipendenti e altre figure coinvolte per segnalare comportamenti illeciti, facilitando una governance più attenta e reattiva agli eventuali rischi.

3. Sostenibilità, Etica Aziendale e Responsabilità Sociale: il whistleblowing è un pilastro dell’etica aziendale e della responsabilità sociale. La sostenibilità implica non solo la gestione degli impatti ambientali, ma anche la considerazione degli aspetti sociali ed etici. La presenza di un sistema di whistleblowing riflette l’impegno dell’azienda a operare in modo etico e responsabile.

4. Impatto Finanziario e Reputazionale: la gestione sostenibile delle attività aziendali è strettamente legata alla reputazione e al successo finanziario. Il whistleblowing può contribuire a prevenire comportamenti illeciti che potrebbero danneggiare l’immagine dell’azienda e avere impatti negativi sulla sostenibilità a lungo termine.

5.Legislazione e Obblighi, Normative e Regolamentazioni: la connessione tra whistleblowing, governance e sostenibilità può essere ulteriormente consolidata attraverso l’imposizione di normative che obbligano le aziende a implementare sistemi di segnalazione interna. Queste normative rientrano spesso in quadri legali incentrati sulla promozione della trasparenza e della responsabilità sociale, sostenendo gli obiettivi di governance e sostenibilità.

In sintesi, l’implementazione del whistleblowing non solo risponde a un requisito legale, ma si inserisce in modo significativo nei principi di governance e sostenibilità, contribuendo a creare un ambiente aziendale etico, trasparente e responsabile.

Partendo da una tessera del mosaico arriviamo come sempre alla esigenza di una ideazione strategica degli interventi in materia di ESG e, in genere, di sostenibilità

Per altri aspetti sul tema rimandiamo all’articolo del Sole 24 ore